Uno di Centoventi: ciao Helsinki!


Fuori piove. Ammiro Helsinki dalla mia finestra e finalmente prendo coraggio.
Forse in pochi mi leggeranno ma credo di trovarmi in una città che merita di essere raccontata, nella peggiore delle ipotesi potrò rileggere questo blog tra qualche anno come un diario segreto, di quelli che dimentichi in un cassetto e ritrovi quando ormai sei grande. Sicuramente sarò un po' più grande, matura e consapevole dopo questi centoventi giorni. Questo è il tempo che mi separa dal mio ritorno a casa, è il tempo che mi è concesso per scoprire quanto bella e fredda sia la Finlandia, quanto gentili siano i finlandesi, quanto buona (o pessima) la loro cucina; ma anche per conoscere più persone possibili, scherzare, festeggiare e non avere rimpianti. Magari nel tempo libero riuscirò anche a studiare. 



Mi avevano parlato di Helsinki come di una città triste e neanche troppo bella, quindi sono arrivata qui senza troppe aspettative. Ho trovato distese di parchi e alberi, strade enormi e pulite, palazzi semplici e lineari con i tetti neri, ma anche casette colorate e grattacieli. E poi il mare ovunque, io amo il mare, anche quello scuro e freddo che ho trovato qui. E i mille ristoranti, locali, bar, sarei già entrata dappertutto. Poi c'è il porto, con la sua piazza che si riempie di bancarelle e del profumo del salmone scottato. Ci sono i mille centri commerciali con le grandi vetrate trasparenti, sono moltissimi, perché ho il sospetto che durante l'inverno non ci sia altra soluzione che chiudersi lì dentro. C'è la grande piazza del Senato, con la cattedrale dalle cupole verdi e la imponente chiesa ortodossa che sovrasta il porto. Infine c'è una miriade di isole e c'è Suomenlinna, ma lei merita un post a parte. Insomma mi trovo in una città totalmente inaspettata, fatta sì di grandi costruzioni di stampo sovietico ma anche di piccoli angoli nascosti che ti tolgono il fiato. 


E poi ci sono i finlandesi, apparentemente così freddi e invece così gentili e disponibili. C'è Arto, il mio padrone di casa. Un tipo strambo, con la coda bionda e il Nokia 3310. Fa il musicista ed è stato così buono con noi che avrei voluto abbracciarlo. C'è Max, lo studente di informatica che si è seduto con noi alla mensa, ha imparato un po' di italiano da solo nel tempo libero e non esita a metterlo in pratica. C'è Franklin, il mio tutor dell'Università, che in realtà viene dal Kenya ma ha già assorbito a pieno lo spirito finlandese. Ha cercato in ogni modo di aiutarmi quando mi ha vista seriamente in difficoltà, avrei abbracciato volentieri anche lui. 

Sono qui ormai da quasi due settimane e alcune cose credo di averle capite della Finlandia: qui si beve caffè sempre, a qualsiasi ora e ovunque; il consumo medio di caffè è superato solo da quello di patate; quassù fa freddo davvero (e siamo solo a settembre). 

Non so bene cosa mi aspetterà, se sopravviverò alle temperature polari o alle lezioni di storia russa; spero che abbiate voglia di accompagnarmi in questo viaggio, con la speranza di uscirne arricchita (almeno dal punto di vista "spirituale", visto che sicuramente farò ritorno a casa in bancarotta).
Non mi resta che dirvi "stay tuned"... e Kiitos, a tutti quelli che verranno con me. 





Commenti

  1. Io ti ho letto e starò con te... spero anche fisicamente per qualche giorno!!

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    1. Io ci sarò con entusiasmo, dall'alto dei miei quasi 52 anni, ti consiglierò se vorrai le mie idee bizzarre, riderò con te e mi preoccuperò per te. Usa tutte le parole che sai, inventa instancabilmente nuove situazioni e apro il cuore e la mente. La fortuna, come dico sempre, arride agli audaci. Poi, copriti a mamma che fa freddo

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  2. Non perderò un post! Sarà come essere lì con te!
    Un bacio Bea!
    Katia!

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  3. Brava...attendo il prossimo post!!!un bacio Dani

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